TRAMA: Il libraio Aubrey Barnes ama molto la sua tranquilla e ordinaria vita a Londra, grazie tante. Il suo negozio fatica a stare a galla, la sua unica impiegata è una minaccia alla società e il suo impianto idraulico potrebbe cedere da un momento all’altro, ma sono tutti dettagli sopportabili. Forse. Quello che davvero non può tollerare è la compagnia cinematografica che ha gettato la sua strada di Soho nel caos. Né il carismatico attore americano Blake Sinclair.
Per questo è estremamente riluttante ad affittare il suo negozio come set per il film di Blake, ma è l’unica opportunità che ha di salvare la sua attività. Ora non può sfuggire a quell’attore dalla bellezza distraente. Poi Aubrey si ritrova da solo con Blake in un camper… e quello che succede trasforma l’ondata di caldo di Londra in un rogo che lascia entrambi senza fiato.
Aubrey non è tagliato per la vita d’alto profilo di chi esce con una celebrità, soprattutto se si tratta di un attore americano che non ha nemmeno fatto coming out. Meno male che la loro tresca è destinata a durare poco. Ma non aspettarsi nulla può essere complicato quando quel nulla inizia a significare tutto.

RECENSIONE: Avevo aspettative altissime per questa storia, ma si sono schiantate al suolo. Se dovessi usare solo 2 parole per descriverlo, userei Banale e Noioso.
La storia ha un unico pov, e non ci fa capire nulla di Blake, tranne che è bello. In effetti non ci fa capire molto nemmeno di Aubrey. Passa dall’essere introverso all’avere amici ovunque. Ma lasciando stare questo, è proprio la storia che è insipida, banale e piena di cliché. Mi aspettavo una storia diversa, tosta e divertente, sopratutto dopo l’inizio scoppiettante. Niente, calma piatta. Alla fine della lettura ricordo solo le varie linee della metropolitana e degli autobus che hanno preso. Molto utile se deciderò di andare a Londra. Anche i personaggi secondari sono dimenticabili. Per continuare coi cliché c’è la tostissima donna lesbica che detta legge su Aubrey; l’ex gay che, sorpresa sorpresa, lo rivuole indietro; la dipendente con un carattere più forte del suo datore di lavoro. E l’epilogo? Indegno di essere chiamato tale. Accenna giusto un paio di cose ma poi lascia con delle domande. No, purtroppo questo libro è bocciato.
