TRAMA: Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l’ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso protagonisti di eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui la polizia si serve per le indagini.
Pietro è il migliore di tutta Firenze, dove è conosciuto come l’addormentatore di bambini.
Ma quando riceve una telefonata dall’altro capo del mondo da parte di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. Perché Hanna Hall è un’adulta.
Hanna è tormentata da un ricordo vivido, ma che potrebbe non essere reale: un omicidio. E per capire se quel frammento di memoria corrisponde alla verità o è un’illusione, ha un disperato bisogno di Pietro Gerber.
Hanna è un’adulta oggi, ma quel ricordo risale alla sua infanzia. E Pietro dovrà aiutarla a far riemergere la bambina che è ancora dentro di lei. Una bambina dai molti nomi, tenuta sempre lontana dagli estranei e che, con la sua famiglia, viveva felice in un luogo incantato: la «casa delle voci».
Quella bambina, a dieci anni, ha assistito a un omicidio.
O forse non ha semplicemente visto.
Forse l’assassina è proprio lei.

RECENSIONE: La casa delle voci è un libro che mi ha catturata sin dal primo minuto dell’ascolto. Addentrarsi nella mente si Pietro Gerber e Hanna Hall è stato come scendere una scala ripidissima, piena di insidie e con ostacoli ad ogni gradino. Sono stata catturata dal vortice di paranoie, menzogne, false identità, al punto da non sapere quanto di quello che Pietro stesse narrando fosse vero, falso, un ricordo sfalsato dell’infanzia. I colpi di scena sono stati tanti, i ricordi dell’infanzia erano coinvolgenti e quasi angoscianti, le interazioni tra i vari personaggi tenevano col fiato sospeso, in attesa del nuovo tassello che sarebbe andato a comporre un complicatissimo puzzle da 10000 pezzi. Mentre Pietro scavava nella psiche di Hanna, io entravo in quella dell’ipnotista, caotica quasi quanto quella della sua paziente. L’autore è riuscito a creare una storia in cui la tensione si taglia col coltello, cupa, in cui ogni personaggio non è quello che sembra. Il ritmo è travolgente, mentre si scoprono man mano i vari altarini di una trama fitta e intricata. Che siano ricordi del passato, o la vita presente, la storia trascina il lettore verso una risoluzione del caso che farà sbarrare gli occhi per l’incredulità. Solo 2 cose non mi hanno convinta purtroppo.La prima è il continuo ripetere nome e cognome dei vari personaggi. In un paragrafo il nome Pietro Gerber veniva ripetuto decine di volte. La seconda è il finale che ho trovato troppo, troppo aperto. Comincerò subito l’ascolto del secondo volume perché un finale del genere, per quanto scioccante e sconvolgente, un po’ ha rovinato il resto della storia.
