Sisters of Books

Questo blog nasce per recensire libri. Alcune recensioni saranno serie, altre un po' meno. L'obiettivo, comunque, è parlare di quanti più libri possibili.

Home » kitchen sink dom- tanya chris

kitchen sink dom- tanya chris

Trama:

Il nuovo caso dell’investigatore privato Harrison Fisher non sta andando come aveva sperato. Indossare un collare, fingere di essere sottomesso, cercare un Dom che lo faccia entrare all’Hell’s Bedroom, il club BDSM d’élite dove è scomparso un ragazzo di diciassette anni; la sua prima volta sotto copertura sta davvero allargando i suoi confini. Si è sempre chiesto se il BDSM potesse fare al caso suo, ma non era quello il modo in cui intendeva scoprirlo. E come può essere onesto su ciò che vuole sessualmente, quando non riesce a essere onesto su nient’altro?Quando Cash incontra il bell’uomo pieno di energia nervosa, sente di aver trovato l’oro. Cash non è il più dominante dei top, ma ha un ampio repertorio di abilità, e sarebbe felice di praticare ognuna di esse su Harry, il sottomesso che è così nuovo nella scena da non riconoscere nemmeno i propri kink. Ma più si avvicina a Harry, più diventa evidente che questi non è chi dice di essere.Mentre Harrison flirta sia con il BDSM che con Cash, una persona scomparsa diventa due. Qualcuno all’Hell’s Bedroom sta rapendo sottomessi vulnerabili e non basterà Harrison per riportarli a casa. Ci vorrà un’intera comunità di “pervertiti”.

Recensione:

Mi dispiace ma questo libro è NO! La trama, che è la cosa che mi ha incuriosita da subito, è la cosa più bella del libro. Procedo ad illustrarvi i vari motivi per cui questo libro si sta meritando una recensione negativa.

Inizia con un capitolo bonus che è la fine del mondo e ti fa pensare “cavolo, se continua così ci sarà da sudare a gennaio”. Solo che dopo quello non c’è più niente. I discorsi sono banali, questi due si innamorano e non si sa come. I personaggi principali sono un po’ piatti infatti leggerò i libri successivi perché, come Harrison, sono masochista e voglio vedere se ha trattato meglio Brixbi e Sebastian. Harrison continua a fare riferimento ad un passato nel BDSM ma non approfondisce mai e questo è un errore visto i suoi sentimenti verso questo mondo. L’uso della parola “pervertiti” mi ha irritato in quanto avere certi Kink non rende la persona “pervertita”. Veniva buttata là in mezzo al discorso e, quasi quasi, mi aspettavo di vedere un tizio nudo in impermeabile che lo apre davanti a tutti al parco. Per dirvi cosa evocava in me la parola pervertito. L’uso di molti termini specifici, cosa buona e giusta in un libro che tratta BDSM, senza dare subito una spiegazione, hanno rallentato di molto la mia lettura. Alcuni hanno avuto spiegazione dopo molte pagine, altri no. Grazie alla ricerca su Google però ho scoperto un sito che mi ha aperto un mondo sul BDSM. Le scene di sesso le ho quasi detestate. Quelle a cui Harrison si sottopone, pur di non ammettere che vuole il dolore, sono banali e molto veloci, senza analizzare i suoi sentimenti e stati d’animo. Insomma, nessuna introspezione per far capire meglio il soggetto. La parte investigativa è da rivedere tutta. Scene ripetute e sospetti sulla base di niente. Harrison arrivava a delle deduzioni tutte sue così, de botto, senza senso. E aveva anche ragione. So che è un romance ma, se mi scrivi un romance con dei misteri, la parte investigativa deve essere ben studiata e scritta bene. Almeno ho capito, dopo queste scene, perché Harrison non abbia fatto carriera in polizia. Sono molto delusa da questa lettura, davvero.

admin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto