TRAMA:
È estate a New York, e l’antiquario Sebastian Snow sta per compiere un passo importante nella sua relazione con il detective della Omicidi Calvin Winter. I due hanno infatti deciso di andare a vivere insieme. Ma quella che avrebbe dovuto essere una splendida settimana di festeggiamenti in occasione dell’imminente compleanno di Calvin, subisce una svolta inquietante quando all’Emporium, il negozio di Sebastian, giunge una cassa misteriosa.
Al suo interno, c’è un raro esemplare di cinetoscopio di Thomas Edison – un visore inventato dal nonno del cinema moderno, W.K.L. Dickson –, e con esso il filmato di un omicidio risalente a oltre un secolo prima.
Sebastian resiste all’impulso di cominciare a indagare, anche se l’assassino dovrebbe ormai essere morto da tempo. Tuttavia, una serie di effrazione all’Emporium, una delle quali culminata nel ritrovamento di un cadavere, lo costringeranno a rivedere la sua posizione e a imbarcarsi nell’ennesima caccia al killer.
RECENSIONE: Dire che questo volume mi ha sorpresa sarebbe fin troppo riduttivo. Mi aspettavo di leggere un altro giallo ben scritto, con protagonista l’antiquario più stronzetto di sempre, e son finita a leggere un Cold Case che più “freddo” non poteva essere.
Sebastian Snow non va a caccia di indagini, sono le indagini che trovano lui. Verrebbe da pensare che ha un cartello appiccicato sulla schiena per attirarli meglio. Lui è il bersaglio, i colpevoli sono delle specie di Yusuf Dikec che non sbagliano un colpo e lo trovano sempre. Anche quando lui decide di ritirarsi dalla scena (non che ci sia mai stato, semplicemente lui dà delle consulenze), la scena si sposta al suo negozio. All’inizio resistere è facile, o quasi, ma quando viene ritrovato un cadavere, la sua forza di volontà crolla e si butta nelle indagini, con grande “gioia” del suo compagno Calvin Winter.
La storia comincia nel lontano 1894, con un filmato che riprende un omicidio. La curiosità è tanta, e tante sono le domande che si pone il nostro antiquario preferito: chi ha ripreso il video? chi gli ha inviato il cinetoscopio? come rintracciare qualcuno di cui non si sa nulla? perché hanno inviato il materiale proprio a lui? Una serie di eventi spiacevoli lo porta a cominciare a collegare qualche filo, il tutto mentre affronta anche una serie di problemi personali.
Ecco la parte che mi ha sorpresa di più: la fragilità di Sebastian. Sembra sempre un uomo/istrice e ogni aculeo è una risposta affilata, tagliente, sarcastica, dannatamente intelligente. Salvo poi spogliarsi di tutti gli aculei e restare coperto solo di insicurezza, gelosia, paura. Il suo rapporto con Calvin è forte e resistente ma, alcuni eventi del passato, l’hanno lasciato così sconvolto da tornare all’improvviso e mettere in dubbio tutto ciò in cui crede.
Un giallo davvero ben congegnato, indagini del passato che si uniscono agli eventi del presente, in un intreccio così complesso ma che fila liscio come l’olio, il tutto mescolato alle vicende private dei protagonisti, a vecchi amici che ritornano, umorismo e un pizzico di storia sulla nascita del cinema.