TRAMA: Sei ragazzi in camper viaggiano nella notte verso le agognate vacanze di primavera. A un tratto, una gomma a terra li costringe a fermarsi, ma quello che sembra un banale incidente di percorso, ben presto si trasforma in un incubo. Un puntino rosso si muove lungo la fiancata del camper. Un rumore sordo. Odore di benzina. Qualcuno ha sparato al serbatoio. Là fuori, nell’oscurità, è appostato un cecchino e loro non possono fuggire, né comunicare con l’esterno perché i cellulari non funzionano: il loro aggressore ha messo fuori uso le celle telefoniche e comunica attraverso un walkie talkie appeso allo specchietto del camper. Ma la scoperta più agghiacciante è capire che non sono vittime casuali: il killer li conosce ed è venuto a cercare proprio uno di loro… In quelle otto ore che li separano dall’alba, le più lunghe della loro vita, molti segreti verranno svelati e la tensione tra i sei amici raggiungerà livelli fatali. Alla fine di quella lunga notte saranno ancora tutti insieme?
RECENSIONE: Holly Jackson è tornata, e lo fa alla grande! Ammetto di essere partita prevenuta dopo “una brava ragazza è una ragazza morta”. Dopo la delusione provata con quel libro ho deciso di non aspettarmi molto per evitare una nuova delusione. Sopratutto dopo aver letto la trama mi sono chiesta: “ma quanto potrà mai essere bello un libro tutto ambientato su un camper per 400 pagine?”. La risposta è: tanto! Perché ogni capitolo ti porta su quel camper, facendoti provare tutte le emozioni dei protagonisti. La rabbia, l’impotenza, la claustrofobia, la paura. In otto ore le vite dei ragazzi cambiano totalmente, scoprendo cose su se stessi e sui loro amici che non si sarebbero mai immaginati. In otto ore, sei amici diventano nemici, sconosciuti, rivali, leader.
La storia è cupa, ricca di colpi di scena e di personaggi che non sono quel che sembrano. Su tutti mi è piaciuto particolarmente il personaggio di Oliver. Un ragazzo che ha la strada spianata davanti a se, con un brillante futuro ma che, nel momento del pericolo, prende decisioni sbagliate, diventa egoista, si atteggia a leader pur essendo terrorizzato. Il suo è il personaggio più reale, quello che rispecchierebbe maggiormente le azioni di una persona in una determinata situazione di pericolo. Gli altri personaggi sono ben scritti ma, per quanto riguarda la protagonista, non mi sento di dire cose positive. Ho cercato di mettermi nei suoi panni ma proprio non ce l’ho fatta. L’ho trovata di un’inutilità assoluta. Sin dalla sua apparizione ha messo a dura prova il mio sistema nervoso. Le persone le parlavano e lei stava col cervello da un’altra parte. Il camper si ferma, crivellato dai proiettili, e lei trova più utile chiedere a Maddy da che parte del letto dorme. Tutti cercano una soluzione al problema ma lei no, lei cerca di capire la fantasie delle tende che cosa le ricorda. E, se avessi letto un’altra volta che il camper è lungo 9 metri e mezzo, credo che io stessa le avrei fatto del male, altro che cecchino. E il fatto che si scrive sulla pelle le cose da ricordarsi da fare? ODIO ASSOLUTO! Non è un personaggio da buttare perché, nonostante sembri una ragazza svampita, dimostra più coraggio e determinazione di quello che dimostrano gli altri, solo che il tutto è coperto dai suoi pensieri sulla dannatissima fantasia delle tende che, per la cronaca, alla fine non viene rivelata. Ecco, questo per me è il mistero più grande! Scherzi, e tende, a parte, questo è un thriller molto avvincente, capace di suscitarmi le stesse emozioni dei ragazzi rinchiusi sul camper. Un thriller che dimostra come le apparenze ingannano, come le persone più tranquille si dimostrano nei momenti di maggior pericolo, come chi conosciamo in realtà non conosciamo affatto e che, durante un viaggio in camper, è meglio non avere tende.