Sisters of Books

Questo blog nasce per recensire libri. Alcune recensioni saranno serie, altre un po' meno. L'obiettivo, comunque, è parlare di quanti più libri possibili.

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casa dolce casa- ana reyes

TRAMA: Almeno due donne sono morte misteriosamente in compagnia dello stesso uomo, Frank. Maya ha solo diciassette anni quando vede morire la sua migliore amica, Aubrey: un attimo prima stava parlando con il ragazzo più affascinante ed enigmatico di Pittsfield, Massachusetts, per cui Maya ha un’irresistibile cotta, e l’attimo dopo è a terra. Nessuna arma né veleno né contatto, solo l’orribile sospetto che il colpevole sia Frank. Sette anni dopo, Maya sta cercando di ricostruirsi una vita altrove quando, una notte, il passato ritorna. In un video virale assiste a una scena identica: una donna muore di colpo accanto a un Frank solo un po’ più vecchio. Era proprio lui, dunque, l’assassino di Aubrey? I dubbi la tormentano, insieme a una potente crisi di astinenza da benzodiazepine, che Maya assume da anni contro l’ansia e l’insonnia. Nella sua mente, oltre al pensiero dell’amica e di Frank, si affaccia insistente l’immagine di una casa nel bosco, accanto a un torrente che sembra incantarla con il suo gorgoglio. Ma cosa è successo davvero quel giorno? Qual è il confine tra i suoi ricordi confusi e la realtà? È arrivato il momento di avventurarsi in quel bosco, di tornare a casa.

RECENSIONE: Vorrei tanto essere rimborsata per l’acquisto di questo libro. Un thriller psicologico noioso come non mai. Le prime pagine le stavo anche giustificando, dicendo che era molto introduttivo, solo che poi il libro resta sempre sullo stesso tono. Niente suspence, niente colpi di scena, niente attesa o brividini. Una storia piatta che va dalla A alla Z su un terreno sempre pianeggiante.

Maya è una donna che sta cercando di liberarsi da una dipendenza, e nel frattempo cerca di risolvere un mistero vecchio decenni. E fin qui la storia mi intrigava. Però la tossicodipedenza, e di conseguenza la sua disintossicazione, sono state descritte superficialmente e in modo approssimativo. Maya non ha carattere, non parla con nessuno e si comporta quasi come un’adolescente quando cerca di nascondere le cose a sua madre. Una donna adulta che ha anche un compagno col quale convive, per capirci. Frank, un abile manipolatore, poteva essere un meraviglioso cattivo, ma l’autrice ha preferito stare a descrivere le pippe mentali di Maya invece che farci conoscere una mente malvagia come quella di Frank. La risoluzione del caso è banale, confusionaria e descritta male. I flashback di Maya, che dovrebbero solo aggiungere qualcosa di più intrigante alla storia, finiscono per rendere tutto pesante.

Una storia che poteva dare tanto e che finisce per annoiare, priva di attesa, emozioni, piatta e che si capisce da subito come finirà.

admin

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