TRAMA: Brillante, narcisista, egocentrico e libero, Boyce Storm Williams vive un’esistenza a propria misura: una carriera in continua ascesa, una quotidianità improntata su agi e comodità, un appartamento che spesso finisce sulle riviste di architettura.
Un errore, un solo errore e la perfetta vita di Boyce sprofonda in un vortice di imprevisti; obbligato a lasciare San Francisco, dovrà tornare a Sweet Albany, il paesino dell’Alabama da cui è scappato vent’anni prima senza mai guardarsi indietro.
Lì, nella patria del barbecue e del cibo per l’anima, dove la torta al limone è un’istituzione e il football una religione, sarà costretto a fare i conti con un passato che credeva sepolto e, soprattutto, ad avere di nuovo a che fare con Sandy Jenner.
Sandy, però, non è più il ragazzino che Boyce si divertiva a bullizzare al liceo, anche lui è ormai un uomo e a differenza di tutti gli abitanti di Sweet Albany, galvanizzati dalla presenza del famoso Storm, non ha alcuna intenzione di stendergli un tappeto rosso.
RECENSIONE: Bello, per carità, ma alcune cose non mi sono piaciute molto. Sicuramente mi è piaciuta la storia ambientata in un piccolo paesino, con persone aperte di mente e altre molto chiuse. Mi è piaciuta tanto la storia della sorella di Sandy. Mi è piaciuto il rapporto tra i 2 fratelli Jenner. Mi sono piaciuti i genitori di Storm, con una madre ossessiva compulsiva e un padre che scappa da lei per avere un po’ di pace, cosa che trovo molto realistica. Mi è piaciuto Sandy e di come si sia riscattato dopo un’infanzia all’insegna del bullismo. Quindi, cosa non mi è piaciuto? Beh, sicuramente Storm. Il modo che ha di parlare agli studenti mi ha urtato non poco. Un insegnante bulletto che usava parolacce in classe come se niente fosse. Che non si faceva problemi a “ricattare” gli studenti pur di ottenere quello che voleva. Il modo che aveva di parlare del suo paese, come se fosse pieno di gente ignorante mentre lui era il top dei top. Capisco sentir stretto un paese quando si hanno grandi piani, ma così anche no. Non mi piace leggere di persone così come non mi piace averci realmente a che fare. I soprannomi che si dava con la sua amica, come se fossero ancora dei sedicenni. Lei una grande ma mi hanno dato la sensazione di non essere cresciuti poi così tanto, o meglio, Storm. Ad un certo punto ho trovato il libro anche un tantinello ripetitivo. Sandy col suo “vado via, non vado via” ad un certo punto ha rotto un pochino. È un bel libro ma sicuramente avrebbe potuto esserlo anche di più.