TRAMA:
Figlio di un predicatore battista del Sud, James Gossett doveva diventare una sola cosa: un uomo cristiano, eterosessuale e timorato di Dio. Non ha aiutato che fin dalla giovane età, James abbia saputo di essere diverso. Ha nascosto la verità a se stesso e alla propria famiglia, finché un terribile incidente durante una simulazione di routine, subito dopo l’addestramento di base, gli è costato entrambe le gambe e per poco anche la vita. Con la consapevolezza di ciò che aveva già perso, James ha deciso di fare coming out e con quello ha perso anche il resto della sua famiglia.
Sistemandosi a Fairfield, James ha riscoperto cosa volesse dire fare parte di una famiglia che lo ama per ciò che è, ma ha ancora un grosso segreto che conserva gelosamente. Nonostante la sua reputazione promiscua, James è vergine in ogni senso della parola, e non sa se questo cambierà mai.
Rowan Balk si è dedicato a un’unica missione: assicurarsi che nessun bambino soffra ciò che ha sofferto lui a causa di un sistema pieno di pregiudizi. Dopo esser stato strappato alla madre adottiva disabile, poco tempo dopo che le era stata diagnosticata la sclerosi multipla, Rowan è cresciuto con la missione di fare in modo che nessuno provi il suo dolore. La sua determinazione, però, è a scapito della sua possibilità di trovare l’amore e finché non mette piede a Fairfield quello gli è sempre andato bene. Poi ha posato gli occhi sul tranquillo tatuatore del Sud con occhi pieni di segreti e una bocca su cui morire per giorni. Ma Rowan non è il tipo di persona da mettere la propria vita sottosopra per un uomo, anche se dentro di sé sa che James Gossett è probabilmente quello giusto. Quando è ovvio che James lo voglia, almeno quanto lo vuole lui, Rowan si rende conto che non può dire di no. Quindi gli fa una proposta: lo aiuterà a scoprire se stesso in camera da letto, senza legami, finché Rowan non lascerà lo Stato.
Sarà abbastanza per entrambi gli uomini solitari? O troveranno un modo di stare insieme, nonostante la distanza tra di loro?
RECENSIONE: Ammetto che, nonostante stessi aspettando questo quarto volume da un po’, ci sono rimasta un pelino male dopo averlo letto. Rowan, un avvocato che dal volume precedente sembrava cazzutissimo, in questo volume a lui dedicato non mi ha entusiasmata particolarmente. Non sto dicendo che non sia un bel personaggio, perché lo è, solo che mi aspettavo qualcosa di più. L’autrice è riuscita a far capire bene la sua forza e la sua fragilità, il motivo che lo spinge a comportarsi in determinati modi, ma l’ha fatto in modo quasi piatto, senza infamia e senza lode.
Anche il personaggio di James, che non vedevo l’ora di leggere, non mi ha trasmesso particolari emozioni. Quando si tratta di religione, omofobia interiorizzata e determinati comportamenti ad essa dovuta, mi aspetto qualcosa di forte e d’impatto che però qua non ho visto. James fa continui riferimenti alla sua infanzia ma ripetendo sempre le stesse cose, non aggiungendo mai qualcosa di diverso, qualcosa di talmente potente da far sentire una morsa nello stomaco. Anche la storia tra lui e Rowan non mi ha entusiasmata. Insomma, aspetta quasi quarant’anni per fare sesso, perché non si sente tranquillo, perché le parole del padre gli rimbombano in testa e appena conosce l’avvocato…bon, via i vestiti e procediamo a fare pratica assieme. Capisco la fiducia istintiva, il colpo di fulmine, ma così veloce anche no. Peccato, poteva essere una storia da 5 stelle e invece si ferma a 3 e mezzo.